Partanna (Trapani)
Piazza Benvenuto Graffeo, Partanna Trapani
Il castello di Grifeo Partanna è l'esempio ben conservato del castello medievale costruito lungo la parte occidentale della Sicilia.
In origine il Maniero non aveva l'aspetto che oggi presenta.
Da quando il Gran Conte Ruggero il Normanno espugnò Partanna nel 1076 ponendo fine al locale dominio musulmano, la Fortezza è diventata residenza e simbolo del potere della Famiglia Grifeo. Circa nove secoli di storia durante i quali il Maniero non ha mai mutato il suo compito. Si è trasformato, allargato, è divenuto più complesso, ma ha sempre rappresentato la supremazia della Famiglia nella cittadina e nei territori circostanti. Come il qualsiasi altra, buona storia medievale.
All'inizio della dominazione araba, il piccolo complesso urbano di allora (che ha dato origine all'attuale cittadina) fu dotato di due torri di guardia: una trasformata in campanile della chiesa del SS. Crocifisso (dove oggi si trovano i resti della Chiesa del Purgatorio) e l'altra inglobata nel castello edificato poco dopo.
Le origini della struttura, come della cittadina, sono ben più antiche. Bisogna risalire alla preistoria, come testimoniano le tombe a grotticella dell'Età del Bronzo rinvenute nella Contrada Grotte. La roccaforte fu prima insediamento sicano nel X secolo a. C. Poi greca e romana.
Oggi questa è fra le fortezze meglio conservate della Sicilia Occidentale. Ha pianta rettangolare a corpo triplo con cortile interno, coperture a tetto a falde con travi lignee e tegole, murature in conci di tufo, in pietra e taio, pavimenti in ceramica e terracotta. Una volta dominava l'intero abitato, ma il successivo sviluppo dell'area urbanizzata ne ha sminuito la collocazione primaria, in quanto gli edifici di abitazione hanno ricoperto altre aree a quote più elevate. Nella sua veste architettonica di oggi, fu edificato verso il 1400 avendo come base di partenza la struttura medievale del Castello. Il tutto è stato poi rimaneggiato nel XVII secolo. Nel XX secolo fu una delle rare costruzioni a resistere durante il terribile e distruttivo terremoto della Valle del Belice (1968). In quest'area geografica della Sicilia, il sisma ha letteralmente cancellato interi paesi. A Partanna, oltre a tantissime abitazioni, sono state rase al suolo o distrutte in parte, la chiesa del Carmine, quelle di San Nicolò, di San Francesco, il chiostro di San Benedetto, la Chiesa Madre e altre ancora. Il paese è stato ricostruito e oggi rimangono poche ferite nel territorio. La Chiesa del Carmine e la Chiesa Madre sono state restaurate, anche se sono visibili i segni lasciati dal terremoto, soprattutto nelle decorazioni artistiche.
Tornando a descrivere il Castello, una volta che si è entrati nel cortile attraverso la cancellata del perimetro esterno, sul portale interno che immette nel salone centrale o "Sala del Trono", si può ammirare lo stemma dei Grifeo, opera di Francesco Laurana artista che ha vissuto dal 1420 al 1503.
Analizzando il lato Nord è da ammirare il portale bugnato di ispirazione manieristica. Fu commissionato dal Principe Domenico Grifeo nel 1658 proprio come scenario principale per il nascente Corso principale di Partanna, l'attuale via Vittorio Emanuele, che si sarebbe inoltrato nel cuore di Partanna, dallo stesso Castello alla Chiesa della Madonna delle Grazie.
All'interno della cosiddetta "Sala del Trono" da ammirare è l'affresco (immagine a destra) che narra le origini siciliane della Famiglia Grifeo. Le figure e il testo che compare sullo scudo di Giovanni I Grifeo, raccontano le origini dell’intitolazione del Feudo: lo stesso Giovanni I salvò il Gran Conte Ruggero durante un duello contro il condottiero arabo Mogat. L’investitura ufficiale con il titolo di Barone fu confermata nel 1137 in favore di Giovanni II Grifeo ad opera di Re Ruggero II.
Sempre nel Salone centrale, compare un piccolo sportello che si apre in un ambiente angusto che si vorrebbe identificare con la "Cella della monaca" dove, pare, vivesse rinchiusa per voto una religiosa appartenente alla Famiglia. In verità, la leggendaria Cella e quindi i resti della monaca o della sua presenza, non sono mai stati ritrovati.
Nelle cantine si trovano delle enormi botti che servivano per la conservazione del vino e, fino a qualche anno fa, due carrozze. Sempre a livello dei sotterranei, vari ambienti e celle, una fossa scavata nella roccia per conservare il grano e un lungo cunicolo che passando sotto le mura della fortezza, porta verso l'esterno. il percorso sotterraneo è ancora da esplorare completamente. Nasconderà qualche segreto, o qualche cimelio di Famiglia? Lo sanno solo alla Soprintendenza regionale.
Adesso il maniero è oggetto di un intervento di riqualificazione da parte della Regione Sicilia che ha intenzione di trasformarlo in un museo del vino e, per fortuna, con una parte importante dedicata all'archeologia. Partanna ne ha di storia da raccontare. Attendiamo da anni la conclusione dei lavori.
L'ultimo momento di gloria risale al 1941 quando il Castello fu visitato dal Principe ereditario di Casa Savoia, Umberto.
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