Petralia Soprana (Palermo)
Petralia Soprana, Petralia Soprana Palermo
Il Nome
Petralia Soprana è probabilmente l’erede della Petra fondata dai Sicani delle Madonie.
Conquistata dagli Arabi, fu chiamata Batraliah (da Batra, “pietra” e liah, “alta”). I Normanni la ribattezzarono Petra Heliae, “pietra di Elia”, in onore del profeta Elia, ritenuto il fondatore dell’ordine dei Carmelitani Scalzi.
La Storia
XVII sec. a. C., i Sicani, primi abitanti dell’altopiano delle Madonie, vivono in grotte naturali o scavate nella roccia calcarea; fondano Petra nei pressi dell’attuale centro storico.
III sec. a.C., le prime notizie certe su Petra riferiscono che è schierata con i Romani durante la prima guerra punica; inserita da questi tra le città decumane, acquista notorietà per la grande quantità di grano che fornisce all’Impero. Cicerone nelle Verrine la loda per i vini, la cortesia e la fede degli abitanti; i resti di un acquedotto romano sono l’unica testimonianza di quel periodo.
IX sec. d.C., gli Arabi conquistano Petra che, con il nome di Batraliah, diventa uno dei centri militari più importanti delle Madonie; la cinta muraria ospita una popolazione mista di musulmani e cristiani di rito greco, che convivono in pace.
1061, il conte normanno Ruggero conquista Petra Heliae; la moschea, oggi chiesa del Salvatore, è riconsacrata al rito cristiano e diventa la cappella palatina del castello edificato nel 1066 come avanposto nella valle dell’Imera settentrionale, ancora in mano araba; la chiesa di San Teodoro deve la sua origine a una vittoria di Ruggero sui Saraceni.
1138, con il re Ruggero II, racconta il geografo arabo al-Idrisi, Petralia è sede di mercato, “nobile castello e superbo fortilizio”.
1201, Gilbert de Montfort è conte di Petralia.
1240-1260, il vasto territorio dell’antica Petra è smembrato in Comuni o “Università” autonome;
nel 1258 Petralia Soprana insieme a Petralia Inferiore è assegnata dal re Manfredi a Enrico Ventimiglia di Geraci con il titolo di “Signoria delle Petralie”.
1337, Francesco Ventimiglia, conte di Geraci, è signore delle due Petralie.
XV sec.-1811, fino all’abolizione della feudalità, l’Universitas di Petralia Soprana appartiene alle famiglie Centelles, Cardona, Moncada, Borgia Alvarez di Toledo e ai duchi di casa Ferrandina Alvarez.
Da Vedere
La visita inizia dai tre belvedere: quello di Loreto – u castru in siciliano – che comprende nello sguardo l’Etna e, in senso orario, Enna, Caltanissetta e la vallata del fiume Imera; quello del Carmine che offre il panorama della Sicilia occidentale verso Palermo; e quello di piazza Duomo che volge a est verso Gangi abbracciando l’Etna sullo sfondo. Si apre nella parte più alta del borgo, sede della fortificazione sicana e poi romana, la piazza Loreto, originale spazio architettonico su cui si protendono il prospetto simmetrico e le guglie maiolicate della chiesa di Santa Maria di Loreto, ricostruita in forme tardobarocche e con pianta a croce greca. Al suo interno spiccano la splendida ancona marmorea attribuita a Giandomenico Gagini (XVI secolo) raffigurante quattro episodi della vita di Gesù; le sculture lignee secentesche dei Santi Cosma e Damiano; due statue di santi attribuite a Filippo Quattrocchi da Gangi.
Da piazza San Michele, che ha al centro una fontana circolare e prende nome dalla secentesca chiesa dedicata al santo, si arriva in piazza del Popolo, frutto della sistemazione del 1929. Si affacciano sulla piazza il neogotico palazzo municipale, un tempo convento dei Carmelitani; il palazzo Pottino dei marchesi di Eschifaldo con la sua fuga di stanze al piano nobile e affreschi ottocenteschi; e un altro palazzo di proprietà degli eredi Pottino, dall’ampio salone affrescato. Percorrendo la stradina di fronte al municipio, appare sulla sinistra la settecentesca chiesa del Collegio a navata unica e di gusto barocchetto-monastico; si giunge quindi in piazza Frate Umile dedicata al frate cappuccino Umile Pintorno da Petralia, autore dal 1623 – l’anno della peste nera in Sicilia – di 33 crocifissi scolpiti in legno che si trovano sparsi in Italia meridionale e all’estero. Nell’adiacente piazzetta Ruggero VII si trova l’oratorio delle Anime Purganti, dal prospetto con campanile a vela. Nella vicina piazza Fontana dei Quattro Cannoli, la fontana barocca in marmo di Billiemi fino al Settecento era l’unica fonte dell’abitato.
Percorrendo una stradina si arriva nella scenografica piazza Duomo, su cui si affaccia la chiesa Madre dedicata agli Apostoli Pietro e Paolo. All’esterno ha un colonnato che le corre lungo un fianco ed è racchiusa tra un campanile di epoca normanna (con finestra in stile arabo) e un campanile settecentesco. Varcato il portone ligneo d’ingresso, formato da riquadri scolpiti in stile gotico-catalano, si accede allo spazio interno, suddiviso in tre navate sorrette da dodici pilastri rappresentanti gli Apostoli. Nella navata destra si ammira il primo crocifisso realizzato da Frate Umile da Petralia (1623), in cui già sono presenti le caratteristiche del suo stile, come la grandezza naturale del Cristo e l’estremo realismo dei tratti e dei gesti. Nella bocca socchiusa s’intravedono la lingua e i denti, la ferita profonda del costato svela le viscere, una delle spine della corona trafigge il sopracciglio di Gesù: un dolore in cui s’immedesima lo stesso autore, sofferente all’occhio sinistro.
Tornati alla fontana, imbocchiamo un vicolo per raggiungere la chiesa del Salvatore che presenta, unica nelle Madonie, una pianta ellittica, corrispondente forse a quella della moschea trasformata in chiesa cristiana dai Normanni. La sua vicinanza al castello suffragherebbe questa ipotesi. Ingrandita nella seconda metà del Settecento, la chiesa conserva dipinti e sculture, tra cui un San Giuseppe dello scultore Filippo Quattrocchi.
Resta da vedere, in prossimità della normanna porta Seriv – l’unico rimasto dei sei antichi ingressi del borgo – la chiesa di San Teodoro sull’omonima piazzetta dalla forma irregolare. L’attuale configurazione dell’edificio è del 1759. Il campanile è la trasformazione di una delle torrette delle vecchie mura di cinta del centro storico. Con una breve passeggiata si arriva al convento dei Frati Minori Riformati, eretto con l’annessa chiesa nel 1611 per volontà di alcune nobildonne. Qui trascorse i primi anni del noviziato Frate Umile da Petralia. Il magnifico prospetto della chiesa con i suoi ornamenti e bassorilievi con motivi floreali, richiama l’esuberante decorativismo spagnolo dello stile churrigueresco. Lì vicino, la settecentesca villa Sgadari è una delle più belle ville barocche delle Madonie. Nella frazione Raffo una grande miniera di salgemma fornisce ancora oggi il celebre “sale di Sicilia”. Sempre fuori del paese, la chiesa della Trinità custodisce un fonte battesimale del Settecento. Passeggiando per il borgo si notano diversi palazzetti di pregio, come, nella piazza Quattro Cannoli, il palazzo Pottino Marchesi di Irosa e il palazzo Vigneri, e in piazza San Michele il palazzo Sabatini-Salvia.
Divertimenti
Escursioni nel Parco delle Madonie. Percorsi acrobatici tra gli alberi presso il Parco Avventura Madonie nel borgo di Petralia Sottana. Itinerari gaginiani alla scoperta delle sculture dei Gagini nelle Madonie. Concerti di musica all’aperto nelle serate estive.
Il comune di Petralia Soprana è interamente compreso nel Parco delle Madonie, 40mila ettari di natura protetta in territorio per lo più montano, dove campi coltivati si alternano a pascoli e, solo in minima parte, alla macchia mediterranea. Ben 32 sono i borghi abitati da contadini da cui provengono latte, formaggi, carni, frutta e verdure. Le escursioni in zona comprendono la visita ai siti di Gorgo Pollicino e, più in alto, di Piano Catarineci, e ai ruderi dell’acquedotto romano, nei pressi della contrada Cerasella. Da qui si sale al monte Savochello.
Chi apprezza l’arte può seguire l’itinerario gaginiano, alla scoperta delle opere dei Gagini nei quattro comuni di Gangi, Geraci Siculo, Petralia Soprana e Petralia Sottana. Nella Sicilia aragonese, e in particolare nelle Madonie, questi scultori palermitani hanno lasciato capolavori che è bello andare a cercare tra i vicoli e le strade di questi paesi.
Utilizzato come set per il film “La fame e la sete” di Antonio Albanese, Petralia Soprana conserva antichi riti e tradizioni, e un centro storico quasi intatto. In più, non è distante dalla stazione sciistica di Piano Battaglia e dal mare di Cefalù.
Eventi
A Carnilivarata,
periodo di Carnevale.
La Caduta della Tela,
sabato della Settimana Santa: alla mezzanotte in punto di sabato viene fatto cadere il grande drappo posto sopra l’altare maggiore della chiesa madre.
U‘ncuontru,
pomeriggio della domenica di Pasqua: le statue di Gesù Risorto e della Madonna Addolorata si cercano per le strade del borgo e s’incontrano in piazza Duomo per proseguire insieme in processione.
Festa degli Apostoli Pietro e Paolo,
25-29 giugno.
Sagra del Grano,
agosto, in località Pianello.
Festa del Santissimo Salvatore,
6 agosto.
Matrimonio Baronale,
notte di Ferragosto: rievocazione storica con sfilata in abiti del Settecento e itinerario gastronomico.
Biennale Internazionale di Scultura del Salgemma,
agosto (ogni due anni), con Sagra del Sale, nel centro storico e in località Raffo.
Il Ballo della Cordella, agosto:
il gruppo folk Gurafo ha ripreso un’antica tradizione popolare siciliana, quella delle danze che si svolgevano sull’aia alla fine dell’annata agraria, come ringraziamento per il raccolto e rito propiziatorio per l’anno nuovo.
Sagra delle Lenticchie,
agosto, in località Pellizzara.
A Nuvena, dicembre:
musiche e canti tradizionali eseguiti da giovani per le vie del centro e nelle frazioni.
Il Piatto del Borgo
La cucina è contadina e mediterranea. Si apprezzano in particolare le minestre: le lenticchie aromatizzate con i finocchietti selvatici, i ceci, le verdure selvatiche come la cicoria e la borraggine che acquistano gusto grazie all’altitudine. Quando queste verdure sono cucinate insieme si ottiene la virdura maritata.
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